Combretum, Kinkelibah, Sekhau,Khassaou Si tratta di un arbusto che cresce spontaneamente nella savana soprattutto dell’Africa occidentale. Nella stagione delle piogge dà foglie e frutti che diventano rossicci nella stagione secca. La medicina tradizionale africana basata sulle erbe medicamentose, gode da molto tempo la stima dei guaritori locali, ha evidenziato l’efficacia terapeutica di un’erba chiamata kinkéliba (combretum micranthum). Non è facile ottenere informazioni dai guaritori. Le rivelano solo a gente fidata di comprovata virtù. Non vogliono che si speculi sulle malattie delle gente. ORGANI INTERESSATI DALL'AZIONE FITOTERAPICA: CISTIFELLEA E VIE BILIARI, FEGATO, VIE BILIARI, RENI, STOMACO, VIE URINARIE PROPRIETÀ: COLAGOGO, COLERETICO, DIGESTIVO EUPEPTICO STOMACHICO, DIURETICO, EMETICO, SPASMOLITICO FEGATO E VIE BILIARI INDICAZIONI: CALCOLOSI BILIARE CISTIFELLEA E VIE BILIARI, COLECISTOPATIE E COLECISTITE, DISPEPSIA O CATTIVA DIGESTIONE, INSUFFICIENZA EPATOBILIARE E INTOSSICAZIONE DEL FEGATO, COLICHE BILIARI, EPATITE, INFIAMMAZIONI (VIE BILIARI) |
Benché anche le radici del Combretum abbiano proprietà terapeutiche, noi fin dell’inizio ne utilizziamo solo le foglie, sia verdi che essiccate all’ombra o nelle camere di disidratazione in modo che non perdano nessuna delle proprietà terapeutiche.
Il Combretum Micranthum è una pianta che è stata assai studiata dai farmacologi, specialmente francesi, che con diversi metodi sono arrivati ad isolare vari componenti interessanti che ne spiegano almeno in parte l’efficacia.
Usato dai guaritori soprattutto per curare le crisi di malaria e per la cura dell’‘’ittero’’ in generale, è stato per vari anni nei nostri ospedali "la tisana per le malattie del fegato’’, con buoni risultati nella pratica clinica supportati molto spesso dal miglioramento degli esami di laboratorio (bilirubina e transaminasi).
Va precisato, in particolare per i casi di epatite, che stiamo parlando di miglioramento clinico e degli esami di laboratorio, mentre non abbiamo ancora avuto la capacità di compiere studi scientifici sugli effetti a lungo termine, su eventuale variazione della probabilità di cronicizzazione e progressione verso cirrosi o epatocarcinoma.
Combretum Micranthum e AIDS
Fin dal 1990 noi abbiamo associato l’uso della tisana di C.M. nelle terapie volte a curare gli ammalati di AIDS in ragione del fatto che l’infezione HIV è spesso associata a Epatite B e/o C, che ne aggravano l’evoluzione.
Grazie al Dr. Pino Ferrea, infettivologo genovese, a partire dagli anni 80 lunghe ricerche sulle proprietà terapeutiche della pianta sono state condotte all’Università di Genova. Nel corso di queste ricerche è stato scoperto e confermato che, in vitro, l’estratto acquoso (tisana) delle foglie del C.M. ha attività antivirale contro i virus dell’Epatite B, dell’Herpes simplex e sul virus HIV.
È a partire da questa scoperta che il C.M., prima sotto forma di tisana ed oggi anche in gocce omeopatiche, è utilizzato non solo per le epatiti ma anche nei pazienti HIV positivi che non possono essere candidati alla terapia con gli antiretrovirali, oppure in pazienti che per questioni diverse non possono avervi accesso.
Nonostante la nostra convinzione sull’efficacia della cura, l’attività in vitro è un primo livello di evidenza scientifica che da solo non è sufficiente per stabilire la reale efficacia di un trattamento. Nel caso di epatiti o HIV non vanno mai trascurate o interrotte le terapie più promettenti che possono portare a guarigione e che devono anzi essere considerate come la prima scelta.
Grazie al Dr. Paolo Viganò, collega ed amico del Dr. Pino Ferrea, e al G.S.A. (Gruppo Solidarietà Africa) cui fanno capo un gruppo di esperti, tecnici e volonterosi, in questi ultimi 5 anni un laboratorio ben attrezzato sta monitorando gli effetti di questa terapia sui livelli di CD4 circolanti e sulla carica virale. Questo trattamento sta suscitando interesse e speranza specie nei pazienti colpiti dall’infezione da HIV. Spesso possono loro stessi reperire la pianta poco lontano da casa (il rimedio di molte malattie è spesso vicino ai malati ma non è conosciuto…).
Se la kinkéliba dimostrerà di essere efficace davvero, ci sarà la possibilità per gli africani poveri di curarsi con una medicina naturale a loro accessibile!!!
Tratto da LA CURA DEGLI ITTERI E DELLE EPATITI NEGLI OSPEDALI ST. JEAN DE DIEU DI TANGUIETA (BENIN) E DI AFAGNAN (TOGO)
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