venerdì 22 febbraio 2013

LA MANDRAGORA Nota fino da tempi antichi, su di essa, più che su di ogni altro vegetale, si è sbizzarrita la fantasia popolare creandole intorno il mistero e la superstizione.




La mandragola costituì uno degli ingredienti principali per la maggior parte delle pozioni mitologiche e leggendarie. Fin dall’alba dei tempi, la Mandragora ha costituito un elemento indispensabile per le pratiche magiche e spirituali di molte culture.






 La tradizione riconduce la nascita della mandragora alle gocce di sperma o urina di un impiccato. Nel racconto originario l’innocenza del condannato a morte (specificata in diverse fonti), scompare nella trasformazione del mito in credenza popolare.

Per analogia si ritiene perciò che sia assai pericoloso raccoglierla, a meno di non proteggersi le orecchie, per non sentire le lamentevoli grida e il pianto della mandragola che può far divenire muti, folli e, dopo una breve malattia, condurre alla morte. A questo riguardo tra i luoghi deputati alla sua crescita sono da ricordare i cimiteri e zone a essi limitrofe. 

 
Innanzitutto il nome, probabilmente di derivazione persiana (mehregiah), le è stato assegnato dal medico greco Ippocrate .
il nome della pianta deriverebbe anche dalla deformazione dell’espressione mano di drago, riferendosi in questo caso sia all’aspetto della radice che talvolta può effettivamente ricordare la zampa e gli artigli di un drago, sia alla superficie delle foglie, caratterizzate da rilievi carnosi simili alla pelle di un rettile.
 
La grande attenzione rivolta alla Mandragora nel corso della storia e in diverse parti del mondo, ha stimolato la ricerca dell’etimologia del suo nome, in relazione alle diverse culture.

Nell'antichità le venivano accreditate virtù afrodisiache; era utilizzata anche per curare la sterilità.

Alla mandragora venivano nel Medioevo attribuite qualità magiche e non è un caso se era inclusa nella preparazione di varie pozioni.
È raffigurata in alcuni testi di alchimia con le sembianze di un uomo o un bambino, per l'aspetto antropomorfo che assume la sua radice in primavera. Da ciò ne è derivata la leggenda del pianto della mandragola ritenuto in grado di uccidere un uomo.
Veniva considerata una creatura a metà del regno vegetale e animale.

Le testimonianze sulla mandragora e sul suo uso medicamentoso attraversano la storia delle erbe e, nella maggior parte dei casi, concordano sulla sua capacità di causare un sonno profondo e ristoratore. Un'altra sua caratteristica e quella di fungere sia da afrodisiaco, in senso di stimolante sessuale dopo l'ingestione, che da amuleto atto a portare buona sorte nelle faccende amorose. Nota, infine, la sua capacità di "combattere" la sterilità

La Mandragora è di natura un potente talismano, con la quale vengono costruiti amuleti e sacchettini di protezione per la difesa attiva, per attrarre il denaro, per la seduzione, contro l'impotenza o per assicurarsi la fedeltà dell’amato o dell’amata.







 Quando la radice di mandragora, trasformata in omuncolo, veniva accudita come un essere umano, poteva essere utilizzata contro i nemici, vincere il malocchio o gettarlo, avere o togliere fortuna, prosperità e ricchezza, proteggere la salute, favorire la fertilità, aiutare il parto, decidere il sesso, stimolare l’ amore, vincere le calamità e la morte.

Inoltre, si dice che la radice potesse esaudire tre desideri, dopodiché doveva cambiare padrone, per evitare che agisse autonomamente, nel bene e nel male, come un essere pensante.

Radici di mandragola intagliate, tra cui una in cui è rappresentata una donna che tiene tra le braccia un bambino, sono state ritrovate Costantinopoli, Damasco, Antiochia e Marsina.

Illustrazione di Mandragola femmina e maschio da un vecchio codice

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